Come avviene un po’ per tutte le contrade di Siena, la storia della nostra si può dividere in due parti a seconda che si parli della contrada “antica” e di quella “moderna”.
Le origini
Quanto alle origini della Contrada, disponiamo di poche notizie certe.
I riferimenti più consistenti riguardano le Compagnie Militari, di cui le Contrade sarebbero state secondo importanti studiosi di storia cittadina “il vestito da festa”, e di cui tre (S.Giorgio, Pantaneto e Spadaforte) si trovavano nel territorio del Leocorno.
Certo è che i contradaioli fecero in ogni epoca riferimento alla Chiesa di S.Giovannino posta nell’attuale Piazzetta Virgilio Grassi. Ai fratelli della Compagnia di San Giovanni Battista va riconosciuto il merito di avere, particolarmente nella prima metà del Seicento, abbellito la Chiesa commissionando ad importanti artisti le opere che ancora oggi la decorano oltre al merito di aver trovato degna sistemazione alla Madonna della Pace, splendida opera di Francesco di Vannuccio, costruendo una Cappella in cui il popolo senese conveniva a venerare l’immagine.
Proprio in questa Cappella la Compagnia il 9 luglio del 1660 accolse la Contrada che aveva bisogno di una sede per radunarsi. Contrariamente a quanto si tramanda, per un secolo i rapporti tra Contrada e Compagnia furono molto stretti. Si favoleggia addirittura che, al culmine dei festeggiamenti per la vittoria del 1704, il campanile della Chiesa fosse crollato a furia di suonare le campane. Mentre dal Libro delle entrate e dell’Uscite della Compagnia si viene a sapere che c’era un ferro che tagliava le corde delle campane e nessuna rivalsa venne sporta nei confronti della Contrada.
Il Leocorno di cui si può raccontare con certezza la storia nasce invece verso la fine del Settecento, per la precisione con la vittoria ottenuta nel 1776 dopo un leggendario digiuno, perchè da quel momento è possibile ricostruire la vita della Contrada attraverso i documenti custoditi nell’Archivio.
Guidati dal Priore Pistoi, di mestiere oste nella taverna da sempre esistente nella piazzetta antistante la Chiesa, i contradaioli del tempo si dettero delle Costituzioni, quasi certamente redatte a mano da un altro importante Priore, il sacerdote Costantini, ed ottennero accoglienza per le proprie adunanze all’ingresso della Chiesa stessa che nel frattempo, in seguito all’abolizione delle Compagnie ad opera del Granduca, era divenuta parrocchia.
L’ospitalità ottenuta in S. Giovannino non era però l’ideale e quando alla metà dell’Ottocento il Seminario Arcivescovile abbandonò la Chiesa di S. Giorgio, nonostante si trovasse questa in fondo a Pantaneto e fuori del territorio della Contrada, un po’ tutti, Curato e contradaioli, ritennero opportuno separarsi.
La permanenza della Contrada in S. Giorgio durò circa un secolo: in questo periodo le famiglie più importanti, in particolare i Placidi, ma soprattutto il leggendario Priore Grassi, non mancarono di sostenere i più modesti contradaioli, permettendo al Leocorno di superare ogni tipo di difficoltà a cominciare da quelle che derivavano dalle precarie condizioni statiche della Chiesa.
Nella prima metà del Novecento, attorno a S. Giorgio, si formò infine il nucleo di contradaioli che pose le basi per le fortune del Leocorno; la comparsa che rappresentava la Contrada nel corteo storico fu finalmente composta interamente da contradaioli, arrivarono le due storiche vittorie degli anni Cinquanta e pian piano si preparò il rientro in S. Giovannino.